martedì 6 agosto 2019

Pensieri di una persona qualunque

Sono una persona qualunque, vivo in un paese qualunque. Sono fortunato a essere nato da questa parte del mondo, dicono: non ci sono guerre e tutto va benissimo. Non sono ricco, ma i miei genitori possono permettersi di pagarmi l’università. Sono appena uscito dal dipartimento, ho sostenuto un esame molto impegnativo. Il professore era bravo, mi ha spronato a fare sempre meglio. Non mi ha dato il massimo ma sono contento così. 
Fa caldo, troppo. Al sole l’aria è rovente e all’ombra tira una brezza calda e puzzolente; ma io sono allegro, sento di poter sopportare qualsiasi cosa e vincere tutto. Prendo il telefono e mando un messaggio alla mia ragazza: «Andato! Tutto bene, stasera ci vediamo!»
Chiudo il telefono e continuo a camminare verso casa. Ho la maglietta tutta bagnata, non vedo l’ora di farmi una doccia fredda. Riprendo il telefono per controllare se ci sono risposte, poi mi ricordo. Chiamo mia madre e le dico che ho superato l’esame, sto per tornare a casa.
Sto attraversando la strada per poi imboccare la via che mi porterà a casa, quando all’improvviso tutto si ribalta. Sento un rumore sordo e un dolore che non avevo mai provato. Mi sento spintonato, ma non riesco ancora a capire cosa sta succedendo. Sono disteso sull’asfalto e un uomo sta scendendo da una macchina. Sta venendo verso di me, gridando aiuto, chiedendo soccorso. Lo vedo distrattamente, e ancor più distrattamente sento un rivolo caldo sotto di me.
La vista mi si appanna. Voglio chiedere all’uomo che mi sta accanto di dire alla mia ragazza che potrei fare un po’ di ritardo, stasera. Avvisa anche i miei genitori. Ho bisogno che qualcuno mi accompagni a casa, da solo non ce la faccio.
A un tratto non fa più caldo. La doccia non mi serve più: sento freddo. Forse stasera non ci sarò. Diteglielo, ve ne prego. Non riesco più a parlare.
Sono uno qualunque, vivo in un paese qualunque. Sono fortunato a essere nato da questa parte del mondo, dicono; ma così, come se niente fosse, dimenticato, anonimo, le mie ambizioni si sono rotte, i sogni sono caduti e non posso più raggiungerli. Non ho fatto niente, non ho lasciato nient’altro di me. Presto sparirà anche il ricordo.


Pietro dell'Oglio